Il Nocciolo ancora può rappresentare il futuro delle montagne dei Nebrodi.
La corilicoltura dei Nebrodi negli ultimi 20 – 25 anni ha risentito delle congiunture internazionali che hanno favorito paesi emergenti che riescono a contenere meglio della coricoltura siciliana i costi di gestione, anche se la nostra nocciola vanta una qualità migliore del prodotto specie dal punto di vista delle proprietà organolettiche.
Le prospettive per il comparto restano legata soprattutto alla sempre crescente domanda da parte del comparto dolciario, cui la nostra produzione è pressoché interamente destinata. Da qui si comprende l’importanza di attuare, da parte delle aziende, delle politiche di salvaguardia della qualità e di abbattimento dei costi di produzione e la risoluzione di problemi legati al Ghiro e alla Cimice.
In Sicilia, la coltura è infatti da ritenersi fondamentale come presidio per la difesa del territorio dal dissesto idrogeologico nonché come elemento di forza dell’ambiente e del paesaggio ma nel contempo vuole diventare un punto di forza dell’economia. Da qui la necessità di ripensare a tutta la gestione del corileto, attraverso una serie di azioni tra le quali: l’introduzione di varietà con maggiori rese unitarie e adozione di sesti di impianto regolari, con corsie di servizio sufficienti al passaggio delle macchine per le varie operazioni colturali e la raccolta; incentivare delle pratiche per migliorare la qualità del prodotto e dell’ambiente; adottare il più possibile durante tutta l’attività produttiva la meccanizzazione (spollonatura, scerbatura, concimazione, potatura, trinciatura e raccolta),