Il Cibo ci racconta……! al “Ritrovo dei Re”

Il Cibo ha una memoria, porta scritto nelle suo DNA ed RNA la storia di come è arrivato a noi, di chi l’ha coltivato, contaminando ogni commensale della sua energia, in bene e in male. Il  cibo oltre il nutrire e a soddisfare “un peccato di gola”, aiuta a  ricomporre memorie, intessere relazioni e a condurre, da ultimo, al “perdono” (senso da dare al Dono di se stessi nella Comunità dei Viventi, non come aspetto sacrificale bensì componente essenziale della comunità dei Viventi)».

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Ogni piatto ha una storia antica che appartiene ai luoghi di provenienza, alla cultura culinaria di ogni tempo, essi hanno sostenuto e accompagnato generazioni fino ai giorni nostri. Oggi la vita esige meno proteine e piu fibre, e vitamine . Alcuni piatti vengono adattati ai gusti che sono cambiati, vedi l’uso del formaggio pecorino soppiantato dal parmigiano e dal grana. Alcuni ingredienti non si usano quasi più e nuovi altri ingredienti sono entrati in cucina introdotti da altre culture culinarie. Ma i piatti rivisitati sono capaci ancora di raccontare storie. La porchetta ad esempio un piatto un tempo delle famiglie nobili, consisteva nel riempire un maialino di verdure e altre carni, uova e formaggi, passato alla griglia o nei sughi a base di verdure. Nel tempo la ricetta è diventata più popolare e alla portata di tutti. Semplicemente costituita da un impasto di carne, uova, formaggio e verdure avvolta nella cotenna di maiale e cotta nel sugo o in arrosto al forno e successivamente alla cotenna si è sotituita una fetta di carne.

Il Cibo risente del clima che varia in ogni ogni zona. Ma esistono anche altre variabili. L’attenzione dell’Agricoltore nel favorire il nutrimento del frutto puo avere un significativa variabilità nelle sue caratteristiche organolettiche, nutritive e nel suo sapore. Come anche puo avere un effetto piu o meno salutistico se l’agricoltore abbia adottato tecniche di controllo chimico delle patologie oppure azioni meno invasive come la prevenzione biologica. Ci sono studi che sostengono che le piante hanno memoria delle energie negative di altri esseri viventi con cui sono rimasti a lungo in contatto che determinano in esse delle variazioni nelle proprie caratteristiche organolettiche e salutistiche.

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