L’ospite è sacro, sin dai tempi antichi, il forestiero era considerato una persona da accogliere nella propria “casa” con tutti gli onori e le attenzioni. E quando si parla della propria casa si intende nella propria intimità di persone, dove lo scambio di esperienza può avvenire alla pari. Si desinava insieme e si parlava, ci si confrontava, era una fonte di informazioni per tutto ciò che non si conosceva, parlare con L’ospite rappresentava il momento più importante dell’Incontro con il forestiero, con il diverso. La cultura di un tempo dava molta importanza all’ospitalità. Oggi riteniamo di non avere bisogna di imparare dalle persone concrete, pensando che Internet e tutto il mondo da esso scaturente sia sufficiente a colmare il nostro bisogno di sapere, di fare nostra l’esperienza dell’altro, del nostro vissuto. Ma in effetti internet non è in grado di trasferirci tutta l’esperienza, internet ci da soltanto delle nozioni che non sono la stessa cosa della comunicazione di una esperienza ricca di quel carico umano ed esperienziale in grado di essere trasferito e condiviso da chi ascolta.
Ospitare una persona o più persone vuol dire garantire che possa avvenire lo scambio di esperienza, una comunicazione umana essenziale affinché l’ospitalità sia tale nel suo valore.
Il Presepe Vivente in Montalbano Elicona giorno 26 – 29 Dicembre e 6 Gennaio 2020
Il Presepe di Montalbano Elicona ha una tradizione Ventennale e viene animato nell’Antico Borgo del quartiere Serro, il più antico di Montalbano, originario del 1200.
Il Presepe ha come messaggio il tema dell‘ATTESA.
La quotidianità è fatta di attese, si attende sempre qualcosa e viene accompagnata dalla speranza di potere accogliere un evento che ti possa cambiare in meglio la vita. L’esperienza che ti invitiamo a fare con tutta la tua famiglia, l’abbiamo fatta pure noi soci della cooperativa. Sono gesti semplici di quotidianità che servono ad animare un ambiente familiare, affaccendato a fare qualcosa. Ma la notizia che al tempo si era diffusa, come avviene in tutte le piccole comunità tutti sanno tutto di tutti, era quella di una coppia di profughi che aveva trovato una stalla come unico riparo per poter rifugiarsi e …. partorire, in mezzo ad una mucca, un asino e delle pecore, accolta dai pastori, ritenuti al tempo la feccia dell’umanità.
Le grandi storie, nascono talvolta così, spesso ci sono grandi figure che hanno cambiato la storia, e provengono spesso da ciò che si pensa impensabile, da storie umili e spesso paradossali, come la storia di un Dio che nasce in una stalla, mica in palazzo reale, come noi immagineremmo consono al suo status, invece è attorniato dai pastori e dalla gente semplice affaccendata a vivere il proprio quotidiano quasi nella indifferenza. Eppure, nasce con quel bambino, una novità così grande da cambiare la vita a tanta gente, per il resto del tempo dell’esistenza dell’umanità.
Questa occasione del Presepe vivente a Montalbano ti offre la possibilità di sperimentare l‘Attesa e questo paradosso, per imparare, per riflettere, per avere una occasione unica di poter partecipare ad un evento che ha cambiato l’umanità. Anche questa è un occasione di riflessione degli atteggiamenti che assumiamo per ogni attesa che ci capita nella vita. Ti invitiamo a vivere la stessa esperienza con tutta la tua famiglia anche con i tuoi piccoli. Non dimenticheranno mai tale esperienza carica di suggestioni ed emozioni.
Per informazioni e per poter partecipare e organizzare la tua permanenza telefona a Rosaria tel. 3467654897, oppure tramite email: handmademontalbanoelicona@gmail.com
1. Il Cibo ha una dimensione relazionale importantissima nella storia della vita sociale umana: La dimensione relazionale del Cibo la cogliamo prima con il territorio, il suo paesaggio, la cultura della gente che lo ha abitato e della storia e le tradizioni che lo hanno caratterizzato. Il cibo ci fa entrare in relazione con chi lo ha preparato, con gli ingredienti che compongono ogni pietanza, ogni ingrediente porta un messaggio dai luoghi da cui esso proviene, gli ingredienti utilizzati e le modalità della loro preparazione della cucina che lo ha trasformato in cibo caratterizzano il messaggio della pietanza. Il cibarsi diventa un momento non solo di sostentamento ma anche di conoscenza, reciprocità, attenzione – uno stimolo ad una maggiore convivialità con i compagni di tavola. . In questo modo si ridà significato e importanza a un gesto fondamentale della nostra vita, che troppo spesso consideriamo usuale e scontato.
2. Il Cibo ha una memoria, porta scritto nelle suo DNA ed RNA la storia di come è arrivato a noi, di chi l’ha coltivato, contaminando l’energia di ogni commensale, in bene e in male. Il cibo oltre il nutrire e a soddisfare “un peccato di gola”, aiuta a ricomporre memorie, intessere relazioni e a condurre, da ultimo, al “perdono” (senso da dare al Dono di se stessi nella Comunità dei Viventi, non come aspetto sacrificale bensì come componente essenziale e dinamico all’interno della comunità dei Viventi)».
3. Ogni pietanza ha una storia antica che appartiene ai luoghi di provenienza, alla cultura culinaria di ogni tempo, essi hanno sostenuto e accompagnato generazioni fino ai giorni nostri. Ma i piatti di un tempo si adattano ai tempi di oggi. Oggi la vita esige meno proteine e piu fibre, e più vitamine . Alcuni piatti vengono adattati ai gusti che sono cambiati, vedi l’uso del pecorino soppiantato dal parmigiano e dal grana. Alcuni ingredienti non si usano quasi più e molti altri sono entrati in cucina introdotti da altre culture culinarie. Ma i piatti rivisitati sono capaci di raccontare la propria storia. Un esempio, la porchetta era all’origine un piatto delle famiglie nobili, consisteva nel riempire un maialino di verdure e altre carni, uova e formaggi, passato alla griglia o nei sughi a base di verdure. Nel tempo la ricetta è diventata più popolare e alla portata di tutti. Semplicemente costituita da un impasto di carne, uova, formaggio e verdure avvolta nella cotenna di maiale e cotta nel sugo o in arrosto al forno.
4. Il cibo come relazione: sedersi a tavola insieme, condividendo il cibo, stando seduti attorno ad un tavolo, è stato un sempre un modo per sentirsi in “Comunità” o occasione di componimento di diatribe. Attorno alla tavola il concetto di comunità assume il suo siginificato piu pieno e intesa come Universo di “Esseri viventi”, per percepirne i valori e le differenze di cui essa si alimenta e tutte le relazioni che si costituiscono al suo interno. La tavola diventa il luogo eletto dello stare piacevolmente insieme, dove è facile che vengano fuori aspetti di solidarietà ma anche aspetti conflittuali, il consumo di un pasto attorno alla tavola costituiscono un momento ed un luogo privilegiato “Vero” di Umanità.
5. Nell’incontro dei diversi sapori degli ingredienti si ottiene una buona pietanza. Al “Ritrovo dei Re” non possono mancare i piatti vegetariani. La “pasta all’Ortolana” è uno dei nostri piatti piu richiesti in particolare da chi non mangia carne. Il Segreto è una cottura al momento dell’ordinazione. Un piatto leggero ricco di sapori, vitamine e di sali minerali, particolarmente richiesto in estate. In inverno proponiamo la pasta con crema di broccoli, o con crema di carciofi ai funghi porcini essiccati o freschi, pasta con la crema di Zucca e funghi, ecc. Per gli amanti del Formaggio proponiamo i nostri formaggi piu tipici come la Provola di Montalbano con un salmariglio (pinzimonio) a base di finocchietto e nocciole; Oppure la fonduta dei formaggi di montalbano, o i formaggi passati in griglia.
6. Mangiare è un gesto individuale ma piace farlo assieme ad Altri. Abbiamo necessità di forme conviviali, sociali e relazionali. Per tanti è un rito, è un godimento, una necessità, per Altri, talvolta, un lusso. Al “Ritrovo dei Re” ci piace servire un cibo che sappia raccontare una storia di socialità, in grado di poterci accomunare con gli Altri commensali. Già nella fase di preparazione della pietanza il nostro Cuoco, come un sacerdote, racconta una storia che va letta sul tavolo del commensale. Cogliendo gli ingredienti che lo compongono nella scelta del Km0, della stagionalità dei prodotti e della loro genuinità cioè coltivati senza chimica, ricorrendo a ciò che la natura ci mette a disposizione e attraverso la scelta di cucinare il meglio che si trova tra i prodotti dei contadini locali. Le tavolate, per chi lo volesse, sono una delle nostre proposte di convivialità da sperimentare tra persone che non ci si conosce, un modo di fare nuove amicizie e sperimentare gesti di condivisione.
Per informazioni e per poter partecipare e organizzare la tua permanenza telefona a Rosaria tel. 3467654897, oppure tramite email: handmademontalbanoelicona@gmail.com
Un luogo magico, sacro in ogni tempo, posto in un altura tra i Nebrodi, esposto soprattutto ai venti, ci offre la Bellezza!
Le passeggiate che vi proponiamo sono un percorso lungo l’Argimusco, fatte di poche parole e soprattutto di silenzio. Per chi lo vuole è un viaggio dentro se stessi. Le passeggiate che vi proponiamo non vogliono annunciare alcuna Verità. Nessuno ha delle verità assolute e definitive, ognuno di noi è espressione di un pezzo di verità, ma mettendo insieme frammenti di verità, e’ così che troveremo una verità più alta.
L’Argimusco ha rappresentato per i popoli di 3-5000 anni fa il luogo della ricerca del mistero che aleggiava attorno ad ogni momento della vita. Durante periodi significativi di passaggio tra una stagione all’altra i popoli raggiungevano questi luoghi ritenuti sacri, per sentirsi svelare frammenti di qualche segreto sulla Vita, e per celebrare la Natura e i suoi misteri.
Proveremo a fare un percorso anche dentro di noi, ciascuno per suo conto, ripercorrendo i sentieri che portano ai Megaliti. Proveremo a farvi percepire la magia di questi luoghi attraverso il silenzio e lo sguardo. Da ogni altura nella vita lo sguardo corre al nostro tempo, viviamo in un periodo di transizione, simile al periodo Medievale, si avverte una stanchezza delle cosa che ci vengono dette da questo mondo e ci chiudiamo sempre di più. Viviamo in un epoca di stanchezza.
Siamo stanchi perchè abbiamo smesso di camminare, preferiamo chiuderci in un luogo riparato e attendere tempi migliori. Ma camminare alla ricerca dell’armonia e della pace è essenziale ne abbiamo bisogno come l’acqua ancorati al desiderio di un Amore che ci spinga in un “Cammino”. L’amore è lo strumento più vero per trovare la pace e il senso della nostra vita.
La vita vera ricomincia sempre da ciò che viene scartato. Abbracciare le diversità, il maschile e il femminile, il nero e il bianco, il basso e l’alto ci porta ad uno stato di armonia.
Il vento presente particolarmente in inverno sui Nebrodi mi turba ed è sempre fastidioso perchè porta dentro il suo andare le mille voci di una natura sofferente. Un vento che apre anche ferite, ma anche il Vento ha una azione positiva, ripulisce e predispone la natura per una nuova vita.
Le ferite sono sempre fondamentali perchè sono occasione di poter riabbracciare l’armonia, e ritrovare il nostro posto nella Vita dell’Universo. Al di la di ogni cosa giusta e sbagliata ci reincontremo in un luogo sacro, al di la di noi, dove tutto ritrova il suo senso, affermava un monaco Sufi.
Vi accompagneremo sull’Argimusco semplicemente per darvi occasione di guardare. E guardare è una via di accesso alla realtà, il guardare non vuol dire metterci troppa testa. Vuol dire aprire gli occhi e guardare. Imparare ad ascoltare: la disattenzione è il peggiore di tutti i mali. Sapersi ascoltare, è qualcosa che spesso non sappiamo fare più. Le scoperte più belle sono avvenute quando lo scopritore è distratto, con la mente libera, e poco concentrato su una cosa.
Diceva qualcuno: “Imparerai di più dentro i boschi che dentro i libri”. Il silenzioè lo strumento per leggere la natura e per sentirsi compresi. E se hai dei dubbi potrai sempre chiederlo agli alberi.
Non si hanno soluzioni da dare durante le nostre passeggiate. Non abbiamo Verità da annunciare migliori di tutte le altre o conversioni da proporre ad un Credo. Vogliamo ricordare che è utile sapersi ascoltare semplicemente, guardare, alzarsi e sapersi rialzare, sono gli strumenti che ciascuno già possiede e questo basta.
Non porre attenzione è come mantenere una ferita sempre aperta, non volere guardare, non volere aprirsi alla vita.
Tornare umani è mantenere la sensibilità, in questo Tempo, è la cosa più essenziale, riscoprire l’amore nel nostro cammino è quello che più conta. L’amore serve per impastare ogni “scarto”, l’unica forza che ricrea nuova vita e bellezza e la lancia in avanti per ottenere nuova vita ancora.
“Non si può fermare il vento, possiamo solo fargli perdere tempo”, cantava de Andrè, la vita è come il vento e spesso freniamo la vita e ci si ammala. La vita deve scorrere, siamo noi che non abbiamo il coraggio di rinnovarci e lasciare che la vita scorra e gli facciamo solo perdere tempo. Un cammino, ogni esperienza, è fatto da una fine e da un nuovo inizio.
L’amore…!! Fattelo bastare! L’amore non è perfetto, ma se sei davanti ad un albero, l’amore, fattelo bastare.
La nostra natura è sempre quella della ricerca dell’infinito e l’amore è quella forza che ci fa tendere sempre all’infinito. Cerca la luce, la luce è da tutte le parti anche nelle ombre. Ed è in uno sguardo che si intravvede l’infinito. Cit.
Dì a te stesso: “Abbi cura di me”, cosi come si dice nella canzone di Cristicchi.
Per informazioni e per poter partecipare e organizzare la tua permanenza telefona a Rosaria tel. 3467654897, oppure tramite email: handmademontalbanoelicona@gmail.com
La dimensione relazionale del Cibo è anche quella col territorio, col paesaggio, la cultura dei luoghi e la loro storia, con il lavoro di chi ha preparato il cibo e degli ingredienti che compongono ogni pietanza, il cibo fonde con i luoghi di cui esso è espressione, con la cucina che lo ha trasformato in cibo. Un rapporto positivo col cibo – che vuol dire conoscenza, reciprocità, attenzione – uno stimolo ad una maggiore convivialità con i compagni di tavola. . In questo modo si ridà significato e importanza a un gesto fondamentale della nostra vita, che troppo spesso consideriamo usuale e banale.
I legumi del Ritrovo dei Re
Un piatto tra i piu antichi, hanno accompagnato da sempre presenti nella cucina . Un Vegetale ricco di proteina e di fibra, oggi meno considerato come piatto da ristorante, ma conserva delle proprietà salutistiche importantissime e li consigliamo ai nostri ospiti per una scelta salutare. Lo troverete sempre Nel menu del ristorante “Il Ritrovo dei Re”. Lo abbiamo rivisitato con alcuni ingredienti molto presenti sul territorio di Montalbano Elciona. I legumi li mettiamo a cottura lenta con diversi aromi del luogo, Alloro, sedano, cipolla, carota, rosmarino. gli Aromi servono a rendere piu digeribili le pietanze. Oltre al condimento con Olio extravergine di Oliva, inseriamo il finocchietto selvatico e le nocciole tostate, due ingredienti che valorizzano queste pietanze. Talvolta a seconda dei periodi, specie in estate, inseriamo nella ricetta dei legumi del pomodoro maturo fresco insieme al pesto di finocchietto e le nocciole tostate. Non mancano altri legumi, il macco di fave, i fagioli borlotti, i ceci.
Al “Ritrovo dei Re” Condividere il cibo è il primo modo per sperimentare la relazione che abbiamo con la nostra “Madre Terra” o e con gli altri esseri viventi. La gratitudine che esprimiamo per assumere il cibo condiviso ci induce ad una riflessione sul nostro personale impegno di contribuire a“Nutrire il pianeta”, è l’appello a un nuovo modo di configurare i rapporti fra tutti gli esseri viventi e tra i popoli. In ogni caso dev’essere chiaro che a parlare di cibo non si puo parlare solo di calorie. Il cibo è benzina per ognuno di noi ma è anche relazione che è condizione essenziale per la nostra esistenza.
Il Sugo nel Piatto
Non possono mancare i piatti a base di carne, ancora molto ricercati dai nostri ospiti, ottenuti da una cottura lunga e lenta, come facevano una volta le nostre nonne, per sciogliere i sapori nel sugo di pomodoro o in bianco (Agglassato che è un piatto medievale). Sono piatti aromatizzati con erbe antiche, rosmarino, salvia, alloro, pepe, ecc. Sono piatti ottenuti con derivati da animali, oggi vi è una tendenza ad una drastica riduzione verso piatti a base di vegetali, decisamente con una digeribilità meno impegnativa. Oggi si tenta di limitare l’impiego delle carni e dei derivati animali nelle diete. Al Ritrovo dei Re seguendo le antiche ricette si predilige la digeribilità dei sughi evitando certi passaggi di cottura che ne appesantiscono la digeribilità pur conservando i sapori di un tempo.
Il Cibo ha una memoria, porta scritto nelle suo DNA ed RNA la storia di come è arrivato a noi, di chi l’ha coltivato, contaminando ogni commensale della sua energia, in bene e in male. Il cibo oltre il nutrire e a soddisfare “un peccato di gola”, aiuta a ricomporre memorie, intessere relazioni e a condurre, da ultimo, al “perdono” (senso da dare al Dono di se stessi nella Comunità dei Viventi, non come aspetto sacrificale bensì componente essenziale della comunità dei Viventi)».
Ogni piatto ha una storia antica che appartiene ai luoghi di provenienza, alla cultura culinaria di ogni tempo, essi hanno sostenuto e accompagnato generazioni fino ai giorni nostri. Oggi la vita esige meno proteine e piu fibre, e vitamine . Alcuni piatti vengono adattati ai gusti che sono cambiati, vedi l’uso del formaggio pecorino soppiantato dal parmigiano e dal grana. Alcuni ingredienti non si usano quasi più e nuovi altri ingredienti sono entrati in cucina introdotti da altre culture culinarie. Ma i piatti rivisitati sono capaci ancora di raccontare storie. La porchetta ad esempio un piatto un tempo delle famiglie nobili, consisteva nel riempire un maialino di verdure e altre carni, uova e formaggi, passato alla griglia o nei sughi a base di verdure. Nel tempo la ricetta è diventata più popolare e alla portata di tutti. Semplicemente costituita da un impasto di carne, uova, formaggio e verdure avvolta nella cotenna di maiale e cotta nel sugo o in arrosto al forno e successivamente alla cotenna si è sotituita una fetta di carne.
Il Cibo risente del clima che varia in ogni ogni zona. Ma esistono anche altre variabili. L’attenzione dell’Agricoltore nel favorire il nutrimento del frutto puo avere un significativa variabilità nelle sue caratteristiche organolettiche, nutritive e nel suo sapore. Come anche puo avere un effetto piu o meno salutistico se l’agricoltore abbia adottato tecniche di controllo chimico delle patologie oppure azioni meno invasive come la prevenzione biologica. Ci sono studi che sostengono che le piante hanno memoria delle energie negative di altri esseri viventi con cui sono rimasti a lungo in contatto che determinano in esse delle variazioni nelle proprie caratteristiche organolettiche e salutistiche.
La Tavola è un occasione privilegiata per ripensare a gesti che ci confermano esseri in Relazione. Tutto ciò si esprime a tavola, in modo particolarmente immediato ed efficace, data la centralità che il cibo occupa nella esperienza quotidiana, il cibo oltre che essere ritenuto essenziale per vivere, ci trasmette intimamente una relazione con l’ “Universo”, é il momento quando una parte dell’Universo diventa parte intima di noi stessi. Consapevoli che a nostra volta siamo parte costitutiva dell’Universo, e per questo, il cibo incarna e riassume i valori centrali ed essenziali della nostra esistenza.
Al Ritrovo dei Re, l’infinito nel piatto
I sapori che possiamo esprimere in Sicilia sono infiniti, la Sicilia da sola è il territorio con piu varietà vegetazionale di tutta la terra. Una terra capace di produrre quasi di tutto. I sapori trovano combinazioni infinite e un buon sapore è quasi sempre legato alle buone capacità nutrizionali. Ma i sapori non dicono tutto quello che c’è da sapere in un piatto, le ricette raccontano la storia del tempo, spesso sono piatti nati nelle cucine dei ceti piu poveri della popolazione, come il baccalà e lo stocco con le patate, o la parmigiana, o la pasta con le sarde, o piatti piu importanti come arrosti e carni alle griglie e dessert che sono nati nelle cucine delle case nobiliari.
Sugo in bianco o Agglassato di Vitello
Una ricetta antica che richiede una cottura delle carni per diverse ore, dopo essere stata rosolata con aglio e sfumata con il vino bianco. Una aggiunte consistente di cipolle e aromatizzata con erbe aromatiche (rosmarino, salvia, Alloro). Si ottiene un Sugo dai sapori intensi, una volta sgrassato costituisce il condimento dei maccheroni fatti in casa o un un buonissimo secondo di carne.
Mangiare è un gesto individuale; ma piace farlo assieme ad Altri. Abbiamo necessità di forme conviviali, sociali e relazionali. Per Tanti è un rito, è un godimento, una necessità, per Altri, talvolta, un lusso. Al “Ritrovo dei Re” ci piace servire un cibo che sappia raccontare una storia di socialità, in grado di poterci accomunare con Altri commensali. Già nella fase di preparazione della pietanza il nostro Cuoco, come un sacerdote, racconta una storia attraverso e oltre il “cibo” che ha preparato, attraverso gli ingredienti che lo compongono nella scelta del Km0, della stagionalità dei prodotti e della loro genuinità e senza chimica, ricorrendo a ciò che la natura ci mette a disposizione e attraverso la scelta di cucinare il meglio che si trova tra i prodotti dei contadini locali.
I funghi Filera Crescono nel Bosco, nei Noccioleti, sono molto buoni e salutistici, di solito Li proponiamo semplici, trifolati con un trito di aglio in olio Extra vergine di oliva e prezzemolo, ma i modi di cucinare sono tanti, con il pomodoro, impanati, alla griglia, ecc.
SENSO DELL’ITINERARIO: Ci troviamo all’ingresso, in contrada Argimusco, del Bosco di Malabotta. Uno dei boschi pù antichi della Sicilia ed istituito come Riserva Naturale Orientata nel 1997. A Sud l’Etna sembra vigilare sul luogo con la sua imponenza e i suoi fianchi solcati da colate recenti. Qui sorgono dei megaliti che gli studiosi hanno esaminato dando infinite risposte. Rocce di un’area sacra destinata alla Grande Madre Terra oppure per placare le ire del vulcano e sapientemente modellate da antiche civiltà? Un affascinante “gioco” della Natura ? Molti interrogativi ma solo negli ultimi anni studi più accurati hanno definito il luogo come la “Stonehenge della Sicilia” . Le rocce sono state modellate, intagliate, issati da abili artigiani della pietra, intorno al 1310, per creare un vero e proprio osservatorio astronomico sotto l’attenta la direzione del grande medico, filosofo, alchimista e scrittore, Arnaldo da Villanova, che operò alla corte di Federico III re di Sicilia..
PARTENZA: Da Montalbano Elicona. Distanza: 7,4 km In Auto: 14 minuti A piedi : 1 h,44m