I Nebrodi, assieme alle Madonie ad ovest e ai Peloritani ad est, costituiscono l’Appennino siculo. Essi s’affacciano, a nord, direttamente sul Mar Tirreno, mentre il loro limite meridionale è segnato dall’Etna, in particolare dal fiume Alcantara e dall’alto corso delSimeto.
Notevole è la escursione altimetrica, che da poche decine di metri sul livello del mare raggiunge la quota massima di 1847 metri di Monte Soro. Altri rilievi da segnalare sono laSerra del Re (1754 metri), Pizzo Fau (1686 metri) e Serra Pignataro (1661 metri).
le cime, che raggiungono con Monte Soro la quota massima di 1847 s. l. m., hanno fianchi arrotondati e s’aprono in ampie vallate solcate da numerose fiumare che sfociano nel Mar Tirreno. Ove però predominano i calcari, il paesaggio assume aspetti dolomitici, con profili irregolari e forme aspre e fessurate. È questo il caso del Monte San Fratello e, soprattutto, delle Rocche del Crasto (1315 m s.l.m.). I comuni ricadenti nell’area del parco sono 23: 18 inprovincia di Messina (Acquedolci, Alcara Li Fusi, Capizzi, Caronia, Cesarò, Floresta, Galati Mamertino, Longi, Militello Rosmarino,Mistretta, Sant’Agata di Militello, Santa Domenica Vittoria, San Fratello, San Marco d’Alunzio, Santo Stefano di Camastra, San Teodoro, Tortorici, Ucria), 3 in provincia di Catania (Bronte, Maniace, Randazzo), 2 in provincia di Enna (Cerami, Troina).
Flora
Raro esemplare di Petagnaea gussonei specie relitta del Parco dei Nebrodi
La vegetazione del parco dei Nebrodi è caratterizzata da differenti tipi di vegetazione sia in funzione della fascia di altezza sul livello del mare che da altri fattori fisici e ambientali.
Nella fascia litoranea e nelle colline retrostanti, fino ai 700-800 metri s.l.m., cosiddetta fascia termomediterranea la vegetazione è rappresentata da boschi sempreverdi di sughera (Quercus suber) alternata a zone di macchia mediterranea che comprende specie quali l’Erica arborea, la ginestra spinosa (Calicotome spinosa), il corbezzolo (Arbutus unedo), il mirto (Myrtus communis), l’euforbia (Euphorbia dendroides), il lentisco (Pistacia lentiscus) ed il leccio (Quercus ilex).
La fascia vegetativa al di sopra, fino alla quota di 1000–1200 m s.l.m.(cosiddetta fascia mesomediterranea), è costituita da formazioni diboschi caducifogli in cui dominano le quercete di Quercus gussonei, specie affine al cerro ma da questo ben distinta morfologicamente, e, sul versante meridionale, da un particolare tipo di roverella, Quercus congesta. In alcune aree, come nel territorio di San Fratello si rinvengono inoltre lembi di lecceta mentre le aree non forestate sono occupate da arbusteti in cui si annoverano il prugnolo (Prunus spinosa), il biancospino (Crataegus monogyna), la Rosa canina, la Rosa sempervirens, il melo selvatico (Malus sylvestris), Pyrus amygdaliformis e Rubus ulmifolius.
Oltre i 1200 si entra nella zona propriamente montana (cosiddetta fascia supramediterranea) dove sono insediate estese formazioni boschive a cerreta e a faggeta. È questo il limite meridionale dell’areale del faggio (Fagus sylvatica). Un altro elemento peculiare è rappresentato dalla presenza dell’acero montano (Acer pseudoplatanus), di cui è segnalato un esemplare alto 22 m e con una chioma di 6 m di circonferenza, annoverato tra gli alberi monumentali d’Italia. Il sottobosco rigoglioso presenta svariate specie di piante tra le quali vi sono l’agrifoglio (Ilex aquifolium), il pungitopo (Ruscus aculeatus), il biancospino (Crataegus monogyna) e il tasso (Taxus baccata). Quest’ultima specie è presente, all’interno del bosco della Tassita, con esemplari maestosi che raggiungono i 25 m di altezza.
Numeroso il contingente delle specie endemiche tra cui si annoverano la Genista aristata, che popola la fascia termomediterranea, laVicia elegans, una leguminosa rinvenibile nel sottobosco della fascia mesomediterranea, la Petagnaea gussonei, rarissima umbellifera, localizzata esclusivamente nel vallone Calagna (Tortorici) e in pochissime altre stazioni in prossimità di torrenti.
Fauna:
Un tempo regno di cerbiatti (così come di daini, orsi e caprioli), i Nebrodi (il cui significato deriva dal greco
Nebros, che vuol dire appunto cerbiatto) costituiscono ancora la parte della Sicilia più ricca di fauna, nonostante il progressivo impoverimento ambientale. Il Parco ospita comunità faunistiche ricche e complesse: numerosi i piccoli
mammiferi, i
rettili e gli
anfibi, ingenti le specie d’
uccelli nidificanti e di passo, eccezionale il numero d’
invertebrati.
Tra i mammiferi si segnala la presenza del suino nero dei Nebrodi, del cinghiale (Sus scrofa), della volpe (Vulpes vulpes), dell’istrice (Hystrix cristata), del riccio (Erinaceus europaeus), del gatto selvatico (Felis silvestris), della martora (Martes martes), della donnola (Mustela nivalis), della lepre (Lepus corsicanus), del coniglio (Oryctolagus cuniculus) e, anche se molto rarefatta, del ghiro (Glis glis), dell’arvicola di Savi (Microtus savii), del topo selvatico (Apodemus sylvaticus), del moscardino (Muscardinus avellanarius), del toporagno di Sicilia (Crocidura sicula), del mustiolo (Suncus etruscus) e del quercino (Eliomys quercinus).
Tra i rettili la testuggine comune (Testudo hermanni) e la testuggine palustre siciliana (Emys trinacris), il ramarro occidentale (Lacerta bilineata), la luscengola (Chalcides chalcides) e il gongilo (Chalcides ocellatus), e numerose specie di serpenti tra cui il biacco (Hierophis viridiflavus) e la natrice dal collare (Natrix natrix).
Tra gli anfibi sono presenti il discoglosso (Discoglossus pictus), il rospo smeraldino siciliano (Bufo siculus) e la rana verde minore (Rana esculenta).
Sono state classificate circa centocinquanta specie d’uccelli, fra i quali alcuni endemici di grande interesse come la Cincia bigia di Sicilia ed il Codibugnolo di Sicilia. Le zone aperte ai margini dei boschi offrono ospitalità a molti rapaci come lo Sparviero, la Poiana, il Gheppio, ilFalco pellegrino, e l’Allocco mentre le aree rocciose aspre e fessurate delle Rocche del Crasto sono il regno dell’Aquila reale. Il Tuffetto, la Folaga, la Ballerina gialla, il Merlo acquaiolo ed il Martin pescatore preferiscono le zone umide, mentre nelle aree da pascolo non è difficile avvistare la ormai rara Coturnice di Sicilia, la Beccaccia, l’inconfondibile ciuffo erettile dell’Upupa ed il volo potente del Corvo imperiale. Tra l’avifauna di passo meritano d’essere citati il Cavaliere d’Italia e l’Airone cinerino (Ardea cinerea).
Ricchissima è infine la fauna d’invertebrati. Ricerche scientifiche recenti hanno portato a risultati sorprendenti: su seicento specie censite riguardanti una piccola parte della fauna esistente, cento sono nuove per la Sicilia, venticinque nuove per l’Italia e ventidue nuove per la scienza. Tra le forme più rilevanti sotto l’aspetto paesaggistico, si citano le farfalle (oltre settanta specie) ed i Carabidi (oltre centoventi specie).
Itinerari di interesse:
|
È una cascata che si forma in corrispondenza di un dislivello di circa 30 m lungo il corso del torrente San Basilio. Alla base della cascata le acque si raccolgono in una cavità naturale, scavata nella roccia, chiamata Marmitta dei Giganti, dove, nella bella stagione, è possibile bagnarsi.[1]. |
- Cascate di Mistretta Si trovano nel territorio di Mistretta. I salti totali sono sette. Il più grande, la Cascata Pietrebianche è alto oltre 33 metri, mentre gli altri hanno un’altezza inferiore.
- Bosco della Tassita (1347 m s.l.m.)
È un’area boschiva di circa 50 ha, situata nel territorio del comune di Caronia, popolata da vetusti esemplari di Taxus baccata di ragguardevoli dimensioni.
- Monte Soro (1847 m. s.l.m.)
|
È la vetta più alta dei Nebrodi, da cui si gode un panorama vasto ed indimenticabile: a nord la costa tirrenica e le isole Eolie; ad est la Serra del Re e imonti Peloritani; a sud-est l’Etna; a sud i Monti Erei e ad ovest le Madonie. Ospita un esemplare monumentale di acero montano (Acer pseudoplatanus), alto 22 metri e circa 6 metri di circonferenza. |
|
È uno specchio d’acqua di circa 18 ha, circondato da una fitta faggeta, ricadente nel territorio del comune di Cesarò. È la zona umida d’alta quota di maggior valore naturalistico della Sicilia, punto di riferimento per numerose colonie di uccelli acquatici che vi fanno sosta durante le migrazioni. |
|
È un piccolo lago artificiale di circa 5 ettari ricadente nel comune di Alcara Li Fusi, posto alle pendici di Monte Soro, realizzato intorno agli anni 80 dalla Forestale. |